Le Colline Metallifere sono il più esteso sistema collinare e montuoso dell’Antiappennino toscano. Che cosa significa?! Che si estendono nella parte sud-occidentale della Toscana, sono comprese in 19 Comuni, tre isole, quattro ex-province, e percorse da tre fra i fiumi più grandi e selvaggi della Toscana. Nell’area grossetana costituiscono il Parco, anzi il Geoparco omonimo e rientrano le cime più alte.
Le Colline Metallifere sono molto, molto più antiche dell’Appennino toscano e con una nascita del tutto diversa, all’origine delle sue ricchezze minerarie. Come si sa, con la vecchiaia si tende ad abbassarsi di statura, così come hanno fatto questi ”monti”, le cui altitudini massime sono quelle de Le Cornate, il Poggio di Montieri e Ritrovoli, rispettivamente 1060, 1050 e 1014 metri slm.










La prima volta che ho attraversato il Bosco delle Carline, mi ha pervaso a lungo la sensazione di attraversare boschi arcaici, dove il paesaggio racconta tutta la sua verità passata e presente. Quando mi sono trovata a pochi passi dal Capanno dei Partigiani, mi ha accolto un vento leggero, improvviso, ma come se fosse da sempre stato lì, un incredibile senso di pace.
Eppure, le alture del territorio di Radicondoli hanno caratterizzato le vicende della 23° Brigata Garibaldi “Guido Boscaglia”. Questa riuniva tre distaccamenti partigiani originari, i quali scelsero questa zona per “i numerosi tratti coperti di macchie assai estese, la porzione coltivata relativamente esigua, la modesta produzione agricola, le numerosissime strade provinciali….”
Uno dei protagonisti più noti di quella formazione, che arrivò a contare quasi 400 unità, fu Carlo Cassola, il più tenace, esperto ed acuto letterato dei territori della Valdicecina. Insieme a lui, Norma Parenti, tradita e poi seviziata e uccisa ventitreenne dalle truppe tedesche.







E cosa dire di Montieri?
Nel suo nome porta un destino minerario – “Mons aeris”, “monte di rame” – durato secoli e tramandato di padre in figlio, ma che ora, con le sue 1200 anime (6 volte tanto erano solo un secolo fa), testimonia l’abbandono di una cultura industriale che ha profondamente modificato la vita dei territori e delle persone.
Il paesaggio è aspro, caratterizzato da boschi di varia natura a seconda delle altitudini ed esposizioni, da piccoli austeri borghi in gran parte medievali arroccati sulle cime dei colli, e in parte addolcito da campi coltivati, vigne e uliveti.
In uno dei percorsi escursionistici più interessanti, si attraversano testimonianze di archeologia industriale legata all’attività estrattiva; si possono trovare i cosiddetti diamanti e il marmo rosso di Montieri; si attraversano ambienti naturali diversi fra loro, fra i quali un meraviglioso lago, considerato un biotopo naturale di importanza regionale e comunitaria, e boschi di castagno, abeti e faggio.
E, last but not least, si raggiunge un sito archeologico, con i resti della Canonica di San Niccolò, una misteriosa chiesa a sei absidi, che custodisce la fiaba del Cavaliere di Montieri e delle angeliche entità femminili: un mito che si perde nelle profondità delle nostre origini più remote.









